mercoledì 28 gennaio 2009

Santo subito!

Ufficialmente aperto a Porta a Porta (balla a balla) il processo di beatificazione di Giulio Andreotti in occasione del suo 90° compleanno. Il primo maggiordomo del parlamento Italiano, ancora una volta abusa del servizio pubblico per rendere giustizia confezionata su misura al senatore più importante, longevo e discusso d’Italia. Senza la minima ombra di contraddittorio, con sproloqui (di Cossiga) moralmente tanto indegni quanto vili verso Giancarlo Caselli, si ripercorre la vita del beato in cursus Andreotti con l’ausilio del suo biografo personale. In particolare, le innumerevoli vicende giudiziarie sono state chiarificate grazie alla presenza della Bongiorno. Infatti l’on. Bongiorno, oggi alla commissione parlamentare Giustizia, ha permesso a tutti gli italiani di capire la verità sui processi di Andreotti, cioè che è innocente, assolto, vittima di una manciata di pentiti, ciarlatani e pubblici ministeri depressi, confusi e sovversivi… c’è un piccolo particolare: lei fu l’avvocato del divo Giulio. Per il resto c’ha pensato il feudatario di rai uno, Bruno Vespa, che porge semi domande e semi affermazioni all’illustre senatore che portano ad un unico ed inequivocabile messaggio a tutti quegli italiani che ancora credono nella sua imparzialità di giornalista televisivo: la conclusione del processo Andreotti è la dimostrazione che la giustizia italiana va riformata (ad uso e consumo della casta, ovviamente). Ma non solo, “Bruno Il Giusto” va oltre. Da Andreotti passa a mani pulite: un’operazione di qualche malvagio per radere al suolo il partito della Democrazia Cristiana ed i Socialisti dell’altro beato in cursus su Mediaset, Craxi.

Riporto come si concludono le sentenze, facilmente reperibili in rete. La sentenza del Tribunale, 1° grado di giudizio, viene ribaltata dalla sentenza della Corte d’Appello (2° grado) dichiarando nei confronti dell’imputato (Palermo, 2 maggio 2003):

[…] Alla stregua dell’esposto convincimento, si deve concludere che ricorrono le condizioni per ribaltare, sia pure nei limiti del periodo in considerazione, il giudizio negativo espresso dal Tribunale in ordine alla sussistenza del reato e che, conseguentemente, siano nel merito fondate le censure dei PM appellanti. Non resta, allora, che confermare, anche sotto il profilo considerato, il già precisato orientamento ed emettere, pertanto, la statuizione di non luogo a procedere per essere il reato concretamente ravvisabile a carico del sen. Andreotti estinto per prescrizione.
PER QUESTI MOTIVI La Corte, visti gli artt. 416, 416bis, 157 e ss., c.p.; 531 e 605 c.p.p.; in parziale riforma della sentenza resa il 23 ottobre 1999 dal Tribunale di Palermo nei confronti di Andreotti Giulio ed appellata dal Procuratore della Repubblica e dal Procuratore Generale, dichiara non doversi procedere nei confronti dello stesso Andreotti in ordine al reato di associazione per delinquere a lui ascritto al capo A) della rubrica, commesso fino alla primavera del 1980, per essere Io stesso reato estinto per prescrizione; conferma, nel resto, la appellata sentenza. […]

Tale sentenza viene impugnata dalla difesa (Avv. Bongiorno) dell’imputato facendo ricorso in Cassazione, terzo ed ultimo grado di giudizio nel processo penale, che conclude (Roma, 15 ottobre 2004):

[…] il Collegio ritiene di dover riprendere l'osservazione iniziale: i giudici dei due gradi di merito sono pervenuti a soluzioni diverse; non rientra tra i compiti della Corte di Cassazione, come già reiteratamente precisato, operare una scelta tra le stesse perché tale valutazione richiede l'espletamento di attività non consentite in sede di legittimità; in presenza dell'intervenuta prescrizione, poi, questa Corte ha dovuto limitare le sue valutazioni a verificare se le prove acquisite presentino una evidenza tale da conclamare la manifesta illogicità della motivazione della sentenza in ordine all'insussistenza del fatto o all'estraneità allo stesso da parte dell'imputato; 7) ne deriva che, mancando tali estremi, i ricorsi vanno rigettati.
Al rigetto del ricorso dell'imputato consegue per il medesimo l'onere delle spese ai sensi dell'art. 616 c.p.p. […]

Sarebbero bastate, queste poche righe e non più di tre minuti per leggerle, per smontare quella puntata di Porta a Porta del primo maggiordomo della Casta. Andreotti santo subito… anzi subitissimo!

giovedì 22 gennaio 2009

Non solo a Fallujah...

Ma è mai possibile che si continua a far finta di nulla di fronte a simili violazioni del diritto internazionale? Cioè che tradotto in parole spicciole e crude significa "sterminio di massa"?

Israele nel nome del diritto a difendersi adotta egli stessa una strategia militare del terrore e non si preoccupa dell'efficacia di tale strategia. Infatti, notizie dicono che i militanti di hamas colpiti sono una frazione insignificanti rispetto ai morti innocenti.

Ma questi non sono affatto "effetti collaterali". Sono "effetti voluti" e lo dimostrano le testimonianze dei sopravvissuti ed i reportage di giornalisti come Talal Kharais

Dopodichè sin dai primi giorni dell'attacco si poteva riconoscere quello che stavano facendo gli elicotteri israeliani nella fase di bonifica: utilizzo di "FOSFORO BIANCO". Dopo una settimana circa lo denuncia il Times, ma il resto della stampa si volta dall'altra parte. Adesso lo denuncia pure un'ex militare israeliano Simcha Leventhal, qui trovate l'agghiacciante testimonianza.



martedì 13 gennaio 2009

Due veri Grandi… indecenti.

Capezzone: anni di lotte nei radicali buttate nel cesso nel nome di un posto nel "maggiordomato" di Arcore. Oggi maggiordomo, domani chissà.
Fede: supremo esempio di cortigiano e di lealtà al partito azienda. Consapevole di esserne una fondamenta, si diletta nello sproloquiare ai limiti del codice penale, per compiacere all proprio padrone e cullandosi nell'impunita abusività che egli stesso incarna.

In questo video il lestofante dell'informazione (Fido) ed il lestofante della coerenza (Capezzuncolo), riescono a concentrare in meno di 4 minuti una incredibile quantità di balle in tema di giustizia, ovviamente all'insegna del buon cortigiano, quale Fido è da anni, anzi da sempre. Una paradossale intervista a Capezzone dove sembra quasi che prenda insegnamenti "sul perfetto fazioso" da uno che di queste cose ne capisce. Tecniche e protocolli di lustranatiche a parte, ecco una sintesi:
Capezzolo dice che il governo spera di poter fare una riforma della giustiza insieme al PD. Come se non fosse già nota la posizione del PD su questo tema e cioè in modalità porgiculo.
Tempi processuali troppo lunghi... davvero? E le cause di ciò? Forse è meglio non dirle.
Intercettazioni selvagge, costose e che ledono la privacy dei cittadini. Balle stratosferiche, poichè di selvaggio non c'è nulla, vista la corruzione dilagante nella classe dirigente, costano circa 4 euro procapite l'anno, permettono di recuperare milioni di tasse inevase, scoprire e perseguire gravosi reati penali e nessun cittadino italiano teme di essere intercettato al suo cellulare bensì di arrivare alla fine del mese. Nei paesi democratici, (cioè quelli dove le emittenti televisive abusive non sono ammesse). Le intercettazioni sono considerate sacre e la conseguente gogna mediatica nei confronti dei condannati è considerata giusta. Questo instilla il senso della vergogna, che nella nostra classe dirigente è svanito del tutto.
Detto questo, Capezzone ritiene che c'è qualche magistrato che non sa svolgere il proprio lavoro, mentre Fede ironizza sul "qualche", senza dire su quale base lui è a conoscenza di ciò. Ma la base di falsi esempi ce la possiamo immaginare.
A seguire, chiude il video sua Impunità, spiegando il suo concetto di riforma della Giustiza. Povera Italia.



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lunedì 12 gennaio 2009

Mrs Centovetrine

E’ insopportabile come il servizio pubblico si adoperi sempre più a palcoscenico dei politici di turno, con tanto di riflettori, phard, trucco, salottino con divano, tavolinetto con caffè e pasticcini. Magari con prove tipo “Ciak, si gira”. Dopodiché, poche domande, mai quelle giuste, solo ad hoc. E’ quello che puntualmente avviene nella trasmissione di RaiTre “Telecamere” condotta da Anna La Rosa, già docente di giornalismo politico all'università di Tor Vergata, una sospensione dall’ordine dei giornalisti, da diversi anni infeudata alla rai e che però più che conduttrice fa la governante del salottino della Casta.

Nella puntata di ieri, gli ospiti protagonisti erano Maurizio Lupi del PDL e vicepresidente della camera e dopo un periodo di epurazione dal famigerato pizzino formato inciucio, Nicola Latorre del PDmenoL… un uomo tutto d’un pezzo. Per intenderci, in base alle (da loro odiate) intercettazioni, si preoccupava tanto di interloquire con Consorte, lui e d’Alema, nell’ambito di patti e favori per la scalata UNIPOL, diciamo che pianificavano qualcosa di penalmente rilevante. Ovviamente non sono mancati durante la puntata i dovuti servizi sponsor all’immagine dei padron-ospiti.

Secondo il duo Lupi-Latorre, le procure ogni tanto decidono di litigare come dei ragazzacci di strada, qualche PM esprime il suo sadismo perseguitando il primo politico a tiro, ad esempio arrestandolo per poi scarcerarlo qualche giorno dopo, per farlo soffrire, insomma. Poi ci sono le intercettazioni, che sono pericolose… tipo armi di distruzione di massa (dei politici).

Ma per tornare alla nostra Mrs. Centovetrine dei politici di turno, quando finalmente accenna a esprimere una propria opinione sulla base delle balle e falsità in temi di giustizia, che cosa dice? Beh, proprio nulla. Riassume, facendo proprie, le balle di Lupi e Latorre. Che giornalista!

Ma ecco i punti più salienti. Quando viene chiesto semplicemente se è urgente la riforma della giustizia, il Provenzano del PDmenoL, risponde che va fatta e sottolinea più volte: “non perché bisogna colpire qualcuno”. Ma perché, c’è forse motivo di farlo? Qualcuno ha forse violato la sua privacy “nell’esercizio delle sue funzioni”? Mentre Lupi, con tono di rimprovero, precisa a Latorre che è ovvio che la riforma della giustizia è per i cittadini. Già e per chi sennò? Basta vedere le anticipazioni ed opinioni di Sua Impunità per capire che è per i cittadini… bisogna vedere quali.

Ma la cosa divertente è quando Anna La Rosa chiede ai suoi padron-ospiti cosa ne pensano del fatto che la Jervolino abbia registrato la propria conversazione con il segretario nazionale del PD, Nicolais, in tema di questione morale. Maurizio Lupi risponde che non vorrebbe la Jervolino nemmeno come amica e Latorre con sorriso beffardo, dice: Io sono contrario a tutti i tipi di registrazione, figuriamoci per una cosa del genere. E chi vuol capire capisca!

sabato 10 gennaio 2009

VOTA MANGANO

Il democratico impertinente…

Vota Mangano

…WORK ON PROGRESS!


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