Aderisci all'appello di Diritto alla Rete contro il DDl alfano che imbavaglia la rete Internet italianaDietro la madre di tutte le arroganze, il loro obiettivo è poter agire indisturbati
Aderisci all'appello di Diritto alla Rete contro il DDl alfano che imbavaglia la rete Internet italiana
Neda aveva 16 anni, era lì, in via Amirabad, a Teheran, partecipava insieme ad altre migliaia di iraniani alla protesta contro il regime dei brogli, contro il regime che nega i diritti civili. Il video sconvolgente della sua morte, “Neda iranian girl”, è stato visto in poche ore su Youtube da milioni di persone. E decine di migliaia sono i messaggi che compaiono a un ritmo di uno al secondo su Twitter e su altri social network.:


Gentile Staff,Ho deciso di diffondere questo fatto attraverso il superblog di Grillo innanzitutto, affinchè sia chiaro a tutti i BERLUSCROTI e non, che il web non è come la Tv o come i giornali e che la censura ha un forte feedback negativo. Arrendetevi ed uscite con le mani alzate!
Sconcertato, vi comunico che terze persone hanno illegittimamente modificato il post da me creato il 05-12-2008, 19.11.54 dal titolo "TUTTO FALSO? Falso!"
che rispondeva a quello dell'utente Erinni dal titolo "Berlusconi, Dell'Utri, Mangano ed i Cavalli ? Tutto falso."
Il mio post è stato modificato sostituendo nel testo ogni qual volta compariva la parola "Berlusconi" con gli asterischi ********** .
Poiché tale modifica è stata effettuata a tutti quei post di altri utenti relativi a questa discussione ed ai quali ho risposto sempre con lo stesso post, PRENDO ATTO CHE MI SI CONFIGURA UN MESCHINO ATTO DI CENSURA ogni qual volta ho citato il cittadino Berlusconi Pier Silvio.
PRENDO ATTO CHE ME NE ACCORGO NEI STESSI GIORNI IN CUI QUI A PALERMO SI CELEBRANO LE UDIENZE D'APPELLO DEL PROCESSO DELL'UTRI.
Sicuro di una vostra risposta,
Saluti
Credo che questa foto renda bene il risveglio di Veltroni dal suo viaggio onirico verso la realizzazione di un partito e di un'Italia con l'Obama bianco. Un risveglio che inesorabilmente viene investito da ciò che è in corso per il PD, la propria marcia funebre e Walter ne è il capofila. Somatizzato il crudo risveglio, dimissioni immediate e discorsone per i militonti all'indomani della vittoria del PDL alle regionali in Sardegna.
Lo smarrimento del senso della vergogna, non ci sono altre spiegazioni per spiegare ciò che ha fatto e detto nelle ultime 48 ore il presidente del consiglio dei ministri. Berlusconi qualche giorno fa disse che sulla vicenda di Eluana Englaro preferiva il silenzio, affermando così una posizione saggia ed intelligente. In quell’occasione Eluana non era ancora stata trasferita alla clinica di Udine. Questa clinica diede infatti rassicurazioni al padre di Eluana, Beppino Englaro, che avrebbe recepito la sentenza della Corte di Cassazione.
Immediatamente al ricovero, il ministro del welfare Sacconi, adepto di Comunione e Liberazione indossa la casacca del buon inquisitore e manda subito le ispezioni ministeriali alla clinica, successivamente i Nas. Ma poiché la clinica è perfettamente in regola e decisa a non cedere alla minacce, attua la procedura di sospensione dell’alimentazione forzata di Eluana.
Ecco che entra in gioco lui, convinto da qualcuno, non si sa ancora da chi, che la vicenda di Eluana è una partita in cui lui non può mancare, una partita che da i suoi frutti, un’occasione per consacrarlo giusto e saggio dinanzi al Dio. Mentre alla camere è in corso il disegno di legge sul testamento biologico, Berlusconi convoca d’urgenza il consiglio dei Ministri ed obbliga i suoi schiavi ad approvare in fretta e furia un decreto d’urgenza contenenti così tanti elementi anticostituzionali da far risvegliare per un attimo Giorgio Napolitano dal suo stato di profonda letargia. Giusto il tempo di dire a Berlusconi che il decreto non glielo firma e di non prendersela troppo per questo. Mentre Berlusconi metabolizza quello che per lui è un oltraggio, arrivano i giornalisti che chiedono dichiarazioni. Ecco il meglio:
«Non capisco come ci possano essere persone che non siano d'accordo con noi. A me sembra che non ci sia altro che la volontà di togliersi di mezzo una scomodità»
"Se fosse mia figlia non staccherei la spina"
"Lo stato di Eluana in questi anni non è gravato sul padre"
“Mi dicono che ha un bell'aspetto, funzioni attive, il ciclo mestruale…”
“Ci auguriamo di no. Una persona normale sta due o tre giorni senza mangiare e bere… rivolgetevi a Pannella, che ne sa qualcosa!”
Sul tasto dolente della bocciatura del Capo dello Stato sul decreto, Berlusconi attacca Veltroni e la stampa faziosa. Poi afferma che farà approvare una legge in due-tre giorni per salvare Eluana e che lo stop subito dal presidente Napolitano andrebbe evitato con un cambiamento alla Costituzione poiché questa è stata fatta in presenza di filosovietici!
E questa è la mia frase contro chi ha osato essere così tanto irrispettoso di Eluana e suo padre Beppino: “Quando l’impunità delle parole opere ed azioni regna sovrana, allora anche il senso della vergogna è libero di svanire per lasciar posto alla fetida palude dell’assoluto”.
De Magistris è il magistrato che osò indagare sulla nuova tangentopoli italiana: Why not, Poseidone e Toghe Lucane, inchieste puntualmente a lui avocate secondo un golpe giudiziario in piena regola in cui il presidente e garante costituzionale, del CSM, Giorgio Napolitano espletava il suo ruolo in stato di profonda letargia. Letargia che è continuata quando la procura competente di Salerno decide di archiviare le accuse mosse a De Magistris e mettere sotto indagini quella di Catanzaro, cosa non legale ma legalissima! Eppure si parlò di scorribande tra procure quando illegalmente la procura di Catanzaro controindagava la procura di Salerno, cosa non illegale ma illegalissima. La procura di Salerno che legittimamente aveva richiesto le carte delle inchieste di De Magistris si vide negare per ben sette volte ciò, giungendo così ad un provvedimento di sequestro. Tutta la casta e la stampa tuonò allo scandalo ed in un paese al contrario come l’Italia si arrivò ad una altra sanzione del CSM nei confronti della procura di Salerno che aveva osato dare ragione a De Magistris. Non una parola, una sola parola venne divulgata dalla stampa quando il tribunale del riesame di Napoli conferma la legittimità di quel provvedimento di sequestro. Provvedimento per il quale, su richiesta del ministro Alfano, il CSM aveva disposto trasferimenti ed il licenziamento del procuratore capo di Salerno Apicella.
Gioacchino Genchi fu incaricato da De Magistris come consulente tecnico per trattare tabulati telefonici. Afferma di non aver mai svolto intercettazioni, al contrario di quanto è stato sbandierato. Il modus operandi di Genchi, non è stato diverso da quello che ha avuto sull’inchiesta della strage di Paolo Borsellino ed in molti altri processi in cui l’operato di Genchi è stato fondamentale per le sentenze giudiziarie. Ma chi scopre l’archivio Genchi? E’ la stessa procura di Catanzaro che essendo stata indagata, prima da De Magistris e poi da quella di Salerno è in conflitto d’interessi. Tutta la vicen
da De Magistris non è altro che apologetica del conflitto d’interessi: dal suo ex procuratore capo Lombardi al vicepresidente del CSM. Poi ci sono gli imprenditori ed i politici. Uno di questi, il presidente indagato della Regione Calabria in quota Forza Italia e commissario delegato per l'emergenza ambientale Giuseppe Chiaravalloti (a fianco) veniva più volte intercettato (non da Genchi) mentre parlava al telefono con la sua segretaria. Letteralmente: “Lo dobbiamo ammazzare… no gli facciamo le cause civili per il risarcimento danni e ne affidiamo la gestione alla Camorra napoletana… non è che io voglio soldi…”. Poi sentenziò: “De Magistris passerà gli anni suoi a difendersi”.
Il 20 febbraio, De Magistris sarà di nuovo dinanzi al CSM. Oggetto del nuovo provvedimento disciplinare è l’abnorme incarico affidato a Genchi nel trattamento di dati personali. La mia previsione è una ed una soltanto: De Magistris sarà espulso dalla magistratura come è successo ad Apicella. La mia unica speranza, invece è che la difesa di De Magistris (procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia), riesca ad evitare il peggio. Tra due settimane vedremo se la promessa di Chiaravalloti diverrà cronaca.
Intanto, dopo quell’annuncio di Berlusconi, il popolo italiota sarà impassibile di fronte a qualunque legge che limiti l’uso delle intercettazioni, credendo che questa sia un’emergenza. Infatti ha dichiarato: "Abbiamo già preparato un testo che è migliorativo rispetto alla situazione attuale, un ottimo testo. Ma si può ancora migliorare. Si dovrebbe fare una legge in modo più restrittivo. Si può fare di più. Il caso Genchi convincerà anche gli alleati della necessità di una stretta...".

Ufficialmente aperto a Porta a Porta (balla a balla) il processo di beatificazione di Giulio Andreotti in occasione del suo 90° compleanno. Il primo maggiordomo del parlamento Italiano, ancora una volta abusa del servizio pubblico per rendere giustizia confezionata su misura al senatore più importante, longevo e discusso d’Italia. Senza la minima ombra di contraddittorio, con sproloqui (di Cossiga) moralmente tanto indegni quanto vili verso Giancarlo Caselli, si ripercorre la vita del beato in cursus Andreotti con l’ausilio del suo biografo personale. In particolare, le innumerevoli vicende giudiziarie sono state chiarificate grazie alla presenza della Bongiorno. Infatti l’on. Bongiorno, oggi alla commissione parlamentare Giustizia, ha permesso a tutti gli italiani di capire la verità sui processi di Andreotti, cioè che è innocente, assolto, vittima di una manciata di pentiti, ciarlatani e pubblici ministeri depressi,
Riporto come si concludono le sentenze, facilmente reperibili in rete. La sentenza del Tribunale, 1° grado di giudizio, viene ribaltata dalla sentenza della Corte d’Appello (2° grado) dichiarando nei confronti dell’imputato (Palermo, 2 maggio 2003):
[…] Alla stregua dell’esposto convincimento, si deve concludere che ricorrono le condizioni per ribaltare, sia pure nei limiti del periodo in considerazione, il giudizio negativo espresso dal Tribunale in ordine alla sussistenza del reato e che, conseguentemente, siano nel merito fondate le censure dei PM appellanti. Non resta, allora, che confermare, anche sotto il profilo considerato, il già precisato orientamento ed emettere, pertanto, la statuizione di non luogo a procedere per essere il reato concretamente ravvisabile a carico del sen. Andreotti estinto per prescrizione.
PER QUESTI MOTIVI La Corte, visti gli artt. 416, 416bis, 157 e ss., c.p.; 531 e 605 c.p.p.; in parziale riforma della sentenza resa il 23 ottobre 1999 dal Tribunale di Palermo nei confronti di Andreotti Giulio ed appellata dal Procuratore della Repubblica e dal Procuratore Generale, dichiara non doversi procedere nei confronti dello stesso Andreotti in ordine al reato di associazione per delinquere a lui ascritto al capo A) della rubrica, commesso fino alla primavera del 1980, per essere Io stesso reato estinto per prescrizione; conferma, nel resto, la appellata sentenza. […]
Tale sentenza viene impugnata dalla difesa (Avv. Bongiorno) dell’imputato facendo ricorso in Cassazione, terzo ed ultimo grado di giudizio nel processo penale, che conclude (Roma, 15 ottobre 2004):
[…] il Collegio ritiene di dover riprendere l'osservazione iniziale: i giudici dei due gradi di merito sono pervenuti a soluzioni diverse; non rientra tra i compiti della Corte di Cassazione, come già reiteratamente precisato, operare una scelta tra le stesse perché tale valutazione richiede l'espletamento di attività non consentite in sede di legittimità; in presenza dell'intervenuta prescrizione, poi, questa Corte ha dovuto limitare le sue valutazioni a verificare se le prove acquisite presentino una evidenza tale da conclamare la manifesta illogicità della motivazione della sentenza in ordine all'insussistenza del fatto o all'estraneità allo stesso da parte dell'imputato; 7) ne deriva che, mancando tali estremi, i ricorsi vanno rigettati.
Al rigetto del ricorso dell'imputato consegue per il medesimo l'onere delle spese ai sensi dell'art. 616 c.p.p. […]
Sarebbero bastate, queste poche righe e non più di tre minuti per leggerle, per smontare quella puntata di Porta a Porta del primo maggiordomo della Casta. Andreotti santo subito… anzi subitissimo!
E’ insopportabile come il servizio pubblico si adoperi sempre più a palcoscenico dei politici di turno, con tanto di riflettori, phard, trucco, salottino con divano, tavolinetto con caffè e pasticcini. Magari con prove tipo “Ciak, si gira”. Dopodiché, poche domande, mai quelle giuste, solo ad hoc. E’ quello che puntualmente avviene nella trasmissione di RaiTre “Telecamere” condotta da Anna La Rosa, già docente di giornalismo politico all'università di Tor Vergata, una sospensione dall’ordine dei giornalisti, da diversi anni infeudata alla rai e che però più che conduttrice fa la governante del salottino della Casta.
Nella puntata di ieri, gli ospiti protagonisti erano Maurizio Lupi del PDL e vicepresidente della camera e dopo un periodo di epurazione dal famigerato pizzino formato inciucio, Nicola Latorre del PDmenoL… un uomo tutto d’un pezzo. Per intenderci, in base alle (da loro odiate) intercettazioni, si preoccupava tanto di interloquire con Consorte, lui e d’Alema, nell’ambito di patti e favori per la scalata UNIPOL, diciamo che pianificavano qualcosa di penalmente rilevante. Ovviamente non sono mancati durante la puntata i dovuti servizi sponsor all’immagine dei padron-ospiti.
Secondo il duo Lupi-Latorre, le procure ogni tanto decidono di litigare come dei ragazzacci di strada, qualche PM esprime il suo sadismo perseguitando il primo politico a tiro, ad esempio arrestandolo per poi scarcerarlo qualche giorno dopo, per farlo soffrire, insomma. Poi ci sono le intercettazioni, che sono pericolose… tipo armi di distruzione di massa (dei politici).
Ma per tornare alla nostra Mrs. Centovetrine dei politici di turno, quando finalmente accenna a esprimere una propria opinione sulla base delle balle e falsità in temi di giustizia, che cosa dice? Beh, proprio nulla. Riassume, facendo proprie, le balle di Lupi e Latorre. Che giornalista!
Ma ecco i punti più salienti. Quando viene chiesto semplicemente se è urgente la riforma della giustizia, il Provenzano del PDmenoL, risponde che va fatta e sottolinea più volte: “non perché bisogna colpire qualcuno”. Ma perché, c’è forse motivo di farlo? Qualcuno ha forse violato la sua privacy “nell’esercizio delle sue funzioni”? Mentre Lupi, con tono di rimprovero, precisa a Latorre che è ovvio che la riforma della giustizia è per i cittadini. Già e per chi sennò? Basta vedere le anticipazioni ed opinioni di Sua Impunità per capire che è per i cittadini… bisogna vedere quali.
Ma la cosa divertente è quando Anna La Rosa chiede ai suoi padron-ospiti cosa ne pensano del fatto che la Jervolino abbia registrato la propria conversazione con il segretario nazionale del PD, Nicolais, in tema di questione morale. Maurizio Lupi risponde che non vorrebbe la Jervolino nemmeno come amica e Latorre con sorriso beffardo, dice: “Io sono contrario a tutti i tipi di registrazione, figuriamoci per una cosa del genere”. E chi vuol capire capisca!